24 luglio 2007

Pietro il Gentile

Il caldo africano di questi giorni non riesce a zittire il richiamo che sento verso fuori.
La pausa pranzo, fino a non molto tempo fa passata in ufficio, con i colleghi, a parlare di fottutissimolavoro, si è trasformata in un momento mio, solo mio.
Anzi, mio e della mia fedele compagna: la macchina fotografica.

Così ogni giorno, approfittando di lavorare tra secoli di storia, migliaia di persone diverse, scorci e suoni e rumori, esco per raccogliere un pò di tutto questo. Appena oltre il portone del mio ufficio.
Senza una meta precisa cammino, se capita faccio qualche scatto a qualcosa che mi ha colpito, se capita mi fermo a parlare con le persone che incontro, provo ad imparare ad osservare e a rendere vivo, con un'immagine, quello che ho visto.
Hai voglia a camminare prima di riuscirci veramente...

Oggi mentre giravo per i giardinetti alla ricerca di qualcosa di interessante da osservare, quantomeno un pò di refrigerio da godere, ho fatto due miracoli.
Così, camminando e facendo qualche foto qua e là.

Mentre prendevo la via dell'uscita dei giardinetti, sento una voce.

Somigli a
quell'attore...come si chiama? Anzi, al figlio di quell'attore...

...si vede subito che sono diverso dagli altri...

Chi cavolo è?! Mi giro e lo trovo di fronte a me.

Pietro. Questo è il suo nome.

Ci sediamo su un muretto, diverso ed allo stesso tempo identico a quello di Costantino (ndr).

Stiamo un pò a parlare e, senza rendermene conto, mi trovo a mangiare con lui, a fumare una sigaretta insieme. Insieme ad un "ragazzo" di strada, di ritorno dopo tanti anni dalla Germania.


Solo.

Pietro nella sua vita mi racconta di aver fatto due errori: fidarsi troppo di una persona e tornare in Italia. Non chiedo di più, lo ascolto e basta.
Qualcosa però mi dice che tra i due errori c'è un legame, ma non importa sapere quale.
Ciò che importa è che per qualche minuto siamo due "amici" che parlano, non siamo soli.
Né lui, né io.

Si è fatta ora di tornare a lavoro. Appena faccio per andare via, Pietro mi guarda dispiaciuto e mi ferma con lo sguardo. Uno sguardo ferito nella forma, ma ancora con un piccolo bagliore dentro.

Oggi hai fatto due miracoli.
Mi hai fatto sorridere e negli ultimi tempi non è che mi capita spesso e non mi hai fatto sentire solo. Era tanto che non mangiavo con qualcuno.
Grazie.

Grazie a te Pietro.


Ci scambiamo un sorriso ed una stretta di mano. Ognuno per la sua strada, con un regalo nel cuore.

Forse non ci incontreremo più Pietro il Gentile, ultimo sguardo incrociato, ma ti auguro il meglio, di tornare a sorridere, a fidarti, ad amare.
Ti auguro di mangiare un panino stasera...e poi domani si vedrà.
Come mi ha insegnato Maksim.


Tornando in ufficio ero felice. Tanto.

14 commenti:

Angie ha detto...

Mi hai fatto commuovere..ecco..
;-)

Daniele Butera ha detto...

Scusa, non l'ho fatto apposta!

Unknown ha detto...

Hai fatto una cosa bellissima :-)

Angie ha detto...

Mi hai fatto emozionare..scusa di che..sono io che ti ringrazio!
:-)

Daniele Butera ha detto...

Sapete cosa penso ragazzi?
Al di fuori di qualsiasi buonismo e retorica, che poco si confanno agli zingari, è lui che ha fatto una cosa bellissima...

Piggio ha detto...

pietro ti sembra uno zingaro?
Io odio la condizione di queste persone perchè hanno la potenzialità per risalire a galla ma un sacco di problemi rallentano questa risalita.
Sei stato fortunato a incontrare un tipo del genere!

Daniele Butera ha detto...

sono lieto di vedere che il sùsci ed il cùscùs dello zingaro non ti hanno ucciso!

beh si, mio buon Pì, sono stato fortunato....

a volte penso che tra uno come lui ed uno come noi, la differenza siano solo la quantita di "monetine" in tasca....

...le paure, le insicurezze, le potenzialità inespresse...sono le stesse. in entrambi i casi è la mente che gioca tutto: se credi in te, lo fai. risali.

sempre!

Eli ha detto...

concordo con lo zingaro e il piggio...anche se paradossalmente queste persone sono + normali di certe,perchè si sono tolte da meccanismi innaturali...ma la vita va affrontata e la vera vittoria nn sta nell'evitare gli ostacoli,bensì nel risolverli...cmq grande fortuna questo incontro,ti fa riflettere,su di "te",su di lui,sulla società,muy bien!besos

MasterMax ha detto...

Ciao zingaro. Devi essere davvero una bella persona. Complimenti. Grazie per averci reso partecipe di questa bella storia. Un saluto, Max

Daniele Butera ha detto...

Bello...diciamo che piaccio!
Grazie a te Max. Benvenuto.

pOpale ha detto...

Dovrei uscire più spesso anche io da questo loculo, magari incontro Piero e ti vieniamo a cercare per mangiare qualcosa insieme.
Sempre grande il tuo post :)

Daniele Butera ha detto...

...quando vuoi.
...tengo da parte mezzo panino, mezza coca ed una paglia per il mio amico Ale allora!
Grazie...anche per Ground on down a primo mattino!

pOpale ha detto...

grazie ci conto prima o poi :)

aroti ha detto...

piggio, un pò come Benito??

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Questo libro non parla di strada.
La strada solamente appare sullo sfondo. È ambientato in strada, ma non di più.
Questo libro non parla nemmeno di gente di strada. Parla di gente e basta. É stato scritto in strada, questo si...
Questo libro parla di Ricominciare. Ricominciare daccapo, cercando di capire.
O ancora meglio: non facendo nulla senza prima aver fatto lo sforzo effettivo per capire. Prima capire, poi fare. Beati coloro che nella vita non han fatto ancora niente. Le loro pene, quando una buona volta capiranno la propria strada, saranno minime.


Maksim Cristan