25 novembre 2007

...e ora che si fa? Si vive...

Momenti splendidi ed atroci si incrociano su un muretto che non è più solo qui, ma nell'animo di un giovane uomo, che prima era Zingaro di nome ed ora lo è di fatto. Ora più che mai.

Sono perennemente in viaggio, non semplicemente da un luogo ad un altro.
Ogni lunedì mattina poco dopo le sei prendo un treno, quello degli uominidaffarichecontano (ma non troppo), per andare verso una nuova vita, più bella, più importante della precedente. Necessaria per un futuro sereno, stabile e "prestigioso"...caratteristiche necessarie per essere "qualcuno" al giorno d'oggi.
Ogni mercoledì sera, riprendo un treno per tornare verso la vita di sempre, tranquilla, conosciuta, rassicurante, forse.
Ma in nessuna delle due sono più veramente a casa.

In una vado incontro a qualcosa di importante, affascinante e motivante, anche se faticoso, stressante, senza orari, senza regole.
Senza nessuno tangibilmente vicino, se non davanti ad un caffè, al telefono, a cena, nel posto a fianco su un T-Biz.
Nell'altra torno verso un passato che intanto è andato avanti, in una direzione diversa
da quella prevista, caotica. Un tempo già trascorso che in una stringa spazio-temporale folle e malata è stato dilatato fino a trasformarsi in "presente", che non è presente, non lo è mai stato veramente, sicuramente non è mai stato futuro (immagino l'espressione del povero malcapitato che starà leggendo tutto ciò....), dove però per fortuna c'è la famiglia, ci sono i ricordi, ci sono "le tue cose", il pranzo della domenica, che bello, con chi t'ha messo in questo cazzo di mondo.

Casa non può essere in due posti.

O te la porti sempre dietro, diventando uno Zingaro e scrivendo fantaminchiate su un blog e facendo impazzire qualcuno a leggerle, o ti fermi da qualche parte, pianti il primo paletto e cominci a montare la tenda. Sperando che un giorno diventi un castello.
Non si può essere zingari tutta la vita, specie quando senti il bisogno forte di costruire, di lasciare qualcosa di te. Specie quando ti rendi conto che ci doveva essere al tuo fianco nel farlo non c'ha capito un cazzo. E quindi ora che si fa? Si vive...così come viene.
Continuo il viaggio, sempre e rigorosamente con l'unica fedele compagna dietro (Niky), per vedere il mondo, le persone, con il mio terzo occhio...per portare dietro con sè un pò di bellezza, rubata ovunque, anche in una stazione o prima di entrare in un albergo, il solito o uno qualunque.
Il viaggio è straordinario e affascinante, consente di vedere posti nuovi, sentire odori nuovi, incrociare sguardi nuovi. Ancor più straordinario è quando sai che per quanto lungo e faticoso possa essere, prima o poi finirà e tornerai "a casa".
Perchè prima o poi quel paletto lo pianterò, anche se ancora non so dove...
ma una cosa è certa: dove lo, decido io.
Chi non è d'accordo.....(fanculo)!

Going somewhere

...è in arrivo al binario ptscrrrr...il treno per
ptscrrrr...allontanarsi dalla linea gialla....

14 commenti:

aroti ha detto...

ti fai palermo-milano tutte le settimane?

Daniele Butera ha detto...

no...quello è Raul Bova nel film!
Io mi faccio Roma-Milano...che mi basta ed avanza.
A Palermo ci vado un paio di volte l'anno ormai...prima di più, per motivi che puoi immaginare...ma adesso...

Marlene ha detto...

per 6 lunghi anni ho fatto "la vita" come la descrivi tu. mi è servito. mi ha fatto bene. poi mi sono detta basta. mi sono detta basta quando nè la casa del futuro, nè la casa del passato le ho sentite casa mia, ma in entrambe mi sono sentita ospite. mai forzare le cose. quando lo sentirai davvero, scoprirai di avere intorno un castello costruito piano piano, senza rendertene conto. in bocca al lupo e per ora goditi tutto quello che di bello sa dare una vita da zingaro.

Daleth ha detto...

credo di essere fortunato a non avere la più pallida idea di cosa cavolo sia un Tbiz.

:-)

Daniele Butera ha detto...

@marlene: ...come degli sguardi incrociati o delle chiacchere con sconosciuti...a volte splendide.

@da: un treno compare mio...un treno...:)

Daleth ha detto...

:-)

Thirthy ha detto...

Living a life that matters doesn't happen by accident. It's not a matter of circumstance but of choice.
Michael josephson

Marlene ha detto...

sai...ne avevo scritto un po' di tempo fa di chiacchiere con sconosciuti...splendide

Daniele Butera ha detto...

@thirty: It's never an accident...always and only a choice...

@marlene: semplicemente splendide...concordo... a volte più aperte ed intime che con amici cari...

pOpale ha detto...

Per un paio di anni ho letto molti libri, ascoltato molta musica, dormito e sorriso a molte persone nella tratta Roma-Milano... Milano-Roma. A volte mi manca ... a volte ma non sempre

pOpale ha detto...

p.s.: proprio belle le tue foto

Daniele Butera ha detto...

Io metto a posto foto sul portatile! Ognuno ha le sue malattie...:)
P.S.: Grazie mille Ale...

MasterMax ha detto...

Io che adoro i treni, quella tratta l'ho sempre fatta in aereo. 5 giorni alla settimana per quasi un anno. Vedevo crescere la mia piccola peste di settimana in settimana, di week-end in week-end. La mia compagna era considerata una ragazza madre. Una sola cosa mi faceva andare avanti: l'idea di tornare verso il mio paletto. Quel piccolo paletto che ho messo dove ho voluto e attorno al quale vivo ancora. Non si può decidere dove nascere, ma perdio è un nostro diritto scegliere dove vivere. Sono con te zingaro!

Daniele Butera ha detto...

Capisco benissimo quello che dici Max...io ho imparato ad adorare mio padre il sabato e la domenica, crescendo con mia madre e con le nonne (che ormai al giorno d'oggi sono un lusso!). Perdio sono d'accordo compare mio...dove sarò lo decido io!! Peccato che non decida da solo anche con chi...eccetto che con ME! E con gli amici cari...come te...

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Questo libro non parla di strada.
La strada solamente appare sullo sfondo. È ambientato in strada, ma non di più.
Questo libro non parla nemmeno di gente di strada. Parla di gente e basta. É stato scritto in strada, questo si...
Questo libro parla di Ricominciare. Ricominciare daccapo, cercando di capire.
O ancora meglio: non facendo nulla senza prima aver fatto lo sforzo effettivo per capire. Prima capire, poi fare. Beati coloro che nella vita non han fatto ancora niente. Le loro pene, quando una buona volta capiranno la propria strada, saranno minime.


Maksim Cristan