12 luglio 2007

Il cassetto

Il tempo delle vacanze si avvicina. Tra poco bisognerà cominciare a fare i bagagli per partire.

Per non dimenticare nulla, può essere utile fare una lista. Mutande, fantasmini, dentifricio, rasoio, caricabatterie vari ed eventualli, libri...
Bisogna collocare una minima parte del nostro microcosmo dentro una borsa, una sacca, un trolley affinchè venga con noi, ovunque andremo.
Dobbiamo fare un riassunto di cosa ci serve per esistere lontano da casa.

Il più delle volte, pensiamo agli indumenti ed agli oggetti. E solo giunti a destinazione, ci accorgiamo di aver dimenticato cose più importanti. Quello che ci ha spinto a partire, quello che speravamo di trovare, l'emozione del chiudersi dietro le spalle la porta di casa.

Quest'anno voglio portare con me qualcosa che non ho mai portato con me in viaggio.
Una foto. Una mia foto.
Così, anche quando sarò lontano da casa, con stati d'animo vecchi o nuovi, sensazioni già note o sconosciute, giornate diverse o uguali a tutte le altre, mi basterà comunque un attimo, un'occhiata, per capire chi ero prima di partire. Da dove vengo. Casomai lo dovessi dimenticare....
Bisogna essere previdenti nel preparare le valigie, no? Ecco, questo è il mio modo.

Mentre cercavo tutto quello che avevo scritto nella lista, ho aperto per caso un un cassetto.
Ho sempre saputo che fosse lì ma era da tempo che non lo aprivo.
Contiene tutto ciò a cui tengo di più, ricordi, pensieri, paure, sogni.
Contiene me.
La differenza rispetto alle volte in cui in passato l'avevo aperto in fretta fretta e furia, per poi richiuderlo subito, è che questa volta mi sono preso del tempo, sia al polso che nel cuore, trovandoci dentro un sacco di cose che erano chiuse lì da tanto, troppo, altre che nemmeno sapevo di avere.
Tutte ammassate in modo confuso, buttate lì senza una logica, senza cura.

Ieri sera quindi ho cominciato a mettere ordine dentro il mio cassetto, così potrò vedere se c'è qualcosa che può essermi utile per il viaggio. Sicuramente sarà così.
E lo troverò in ordine quando tornerò a casa.

Stavolta non lascerò che qualcun altro mi dica cosa mettere nel mio bagaglio. Deciderò io. Solo io. Con calma e, forse per la prima volta dopo tanto tempo, serenità.

Sicuramente non mancherà la mia foto, il mio quaderno, la mia macchina fotografica ed alcuni, pochi, importanti ricordi.
Qualsiasi altra cosa la posso comunque rimediare ovunque vada.

...spero di non dimenticare nulla!

6 commenti:

aroti ha detto...

..il dentifricio soprattutto, quello comprato a 50cents all'iper...se dovessi avere qualche malore, non pensare ai colpi dei nemici, quanto al profumo che hai in bocca!

pOpale ha detto...

Potresti lasciare la foto all'entrata e farne una durante le vacanze, quando torni puoi metterle a confronto e vedere se sei cambiato. Quella che ti assomiglia di più la lasci lì, l'altra la metti nel cassetto ordinato.

Un consiglio: per ottimizzare il trolley puoi sempre vestirti a "ciopolla" ;)

Angie ha detto...

.."porta la voglia di non tornare più"..citando una splendida canzone..il ritorno sarà più intenso..
Buon viaggio..
;-)

Daniele Butera ha detto...

Apetta: il mio viaggio servirà anche a "correre il rischio" di affrontare i colpi dei nemici, quelli che cercano di non farti mettere in ordine nel cassetto, quelli che sembrano camminare al tuo fianco, ma che quando ti giri per guardarli sono spariti. Servirà a vedere le stesse cose di sempre o altre nuove, con occhi diversi...questo sarà il mio viaggio.
Sicuramente con denti bianchi ed alito fresco! Magari con un dentifricio che non sia cinese...

Ale: ...a pensarci bene, credo che tu abbia proprio ragione.
Lascerò la foto attaccata allo specchio vicino alla porta d'ingresso...quello in cui mi rifletto ogni mattina prima di uscire. Lì, vedrò al mio ritorno la differenza, se ci sarà...ma già adesso so che vedrò me stesso. Forse nuovo, forse diverso.
Ma sempre il buon vecchio Zingaro.

Angie: ...prima di partire per un lungo viaggio...bisogna lasciare la propria casa in ordine e portare con sé solo due o tre le cose importanti.
Aperto a tutto, senza una meta reale ed emozionale, mi fermerò soltanto per pensare chi ho lasciato alle mie spalle, voltandomi ogni tanto indietro a guardare le mie orme sulla sabbia. Per ricominciare subito dopo a camminare, correre, passeggiare...guardando avanti, con gli occhi e con il cuore.
...continuando a scrivere il secondo capitolo, che senza che me ne avvorgessi è già iniziato...

Thirthy ha detto...

Mi immagino il viaggio di uno zingaro...senza meta, salendo sul primo treno che passa...
ricordandosi gli sguardi incrociati sul treno da dove è appena sceso. Porterà con se la foto di com'era...ma porterà in se ciò che veramente gli sta a cuore. E quando si girerà, ci sarà sempre qlc ad aspettarlo ai piedi della statua...

Daniele Butera ha detto...

...con un sorriso che abbraccia, un pezzo di tonno crudo tra indice e medio e tanto affetto, tanta pazienza...

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Questo libro non parla di strada.
La strada solamente appare sullo sfondo. È ambientato in strada, ma non di più.
Questo libro non parla nemmeno di gente di strada. Parla di gente e basta. É stato scritto in strada, questo si...
Questo libro parla di Ricominciare. Ricominciare daccapo, cercando di capire.
O ancora meglio: non facendo nulla senza prima aver fatto lo sforzo effettivo per capire. Prima capire, poi fare. Beati coloro che nella vita non han fatto ancora niente. Le loro pene, quando una buona volta capiranno la propria strada, saranno minime.


Maksim Cristan