15 giugno 2007

Accidia. Viverla, subirla, cancellarla.


Il vizio capitale per antonomasia al tramonto del medioevo, torna ad essere un male enorme, presente forse più che allora.

Molti lo vivono, pochi lo subiscono. Io sono stato tra i pochi e giuro che è devastante.

Ho voluto, dovuto, capire dove originasse l'accidia che ha reso la mia vita un inferno per anni. Mi sono messo a cercare, studiare, chiedere. Ed ho capito. Credo di aver capito molto...

Alcuni degli amici scienziati che cercano di districarsi dentro le nostre menti "contorte" sostengono che sia assimilabile ad una sorta di vacatio irae, ad una mancanza di impeto, passione, spinta vitale ed ha molti elementi comuni con l'anedonia, una sorta di appiattimento affettivo che è tipico di alcuni stati di tristezza e di malinconia. Cos'è l'anedonia?
L'aspetto che credo di aver subìto di più tra tutti: l'incapacità di provare piacere, anche nei momenti più normali e piacevoli come dormire, mangiare, fare sesso e relazionarsi con gli altri.

L'accidia in questo senso sarebbe quindi assimilabile ad una sorta di condizione affettiva a metà strada tra la noia ed il disgusto, una sorta di distimìa, cioè quello che vive chi è depresso per la maggior parte del giorno, si sente sempre triste, è iper-critico con sè stesso ed a volte si stente letteralmente disperato.
Mentre cercavo e studiavo ho avuto una serie infinita di deja-vu: credo di conoscere bene queste dinamiche.
Ma questa è un'altra storia.

Questo vizio è secondo me il male del nostro tempo.
Viviamo senza passione, senza impeto, sforzandoci come matti di mostrare tutti i giorni dei nuovi interessi, tanti impegni, grande dinamismo... ma sempre più attenti a non venire feriti, delusi od abbandonati.
Riempiamo, con mille stronzate, un contenitore che per molti si è svuotato lentamente. Tanto lentamente da non farcene accorgere: il cuore.

Non sono uno psichiatra, sono un impiegato.
Sono solo un "qualcuno" che per vivere bene deve capire, avere un motivo, una spiegazione, per tutto. Avevo bisogno di capire ed ho cercato di farlo. Non cerco di insegnare nulla, perchè forse non ho capito un cazzo... ma se avessi invece capito qualcosa?

Questa ricerca delle spiegazioni è talvolta tanto dolorosa, quanto vana. Sicuramente solitaria nel mio caso: nemmeno la persona più cara, mi ha tenuto per mano mentre navigavo nella tempesta dei dubbi, chiedendo delle risposte. Mi ha solo regalato un pò di sabbia, che io ancora stringo nel mio pugno.

Poi ho capito che la persona più cara ero io stesso, non c'era futuro nell'inseguire un fummo accidioso, sarei solo rimasto impantanato nel fango di un girone dell'inferno.

Io non voglio perdere la cosa per me più importante: vivere, dare tutto quello che ho e che sono, nel bene e nel male, parlare, urlare, odiare...amare. Sempre.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao..

condivido pienamente il tuo ragionamento e il tuo approfondimento sull'accidia! apprezzo moltissimo chi come te cerca risposte e mette in discussione la vita...

la condizione natuarale dell'uomo è la felicità!

ah..ho letto anche io il libro di Maksim!

Ciao

Tommaso

Daniele Butera ha detto...

per sei lunghi mesi, tanta gente ha letto queste parole, forse c'ha riflettuto....tutti in silenzio.
sei il primo ad esprimere la propria idea in merito, d'accordo o no con la mia analisi. in questo caso d'accordo.
e ne sono assolutamente lieto...
la condizione naturale dell'uomo, secondo me, è la RICERCA della felicità, indipendentemente dall'esito della ricerca...è il motus che ci porta a cercare di FARE per stare meglio...FARE, non chiaccherare, ipotizzare, temere per non fare...
non mi rimane cbe dire....se vorrai, benvenuto sul muretto Tom, benvenuto

Unknown ha detto...

Ciao
io ci sono dentro fino al collo e confermo che è l'inferno nell'aldiqua. Sono ormai otto anni che vegeto all'università, mi mancano 4 esami per finire ma è da giugno che non sto facendo niente di niente. Ogni minuto della giornata è imbevuto d'angoscia tranne quando mi annichilisco in vagabondaggi infiniti e inutili su internet o esco tornando tardi senza divertitmi. La notte prima di addormantarmi vorrei non svegliarmi mai più o non essere mai esistito. La mattina alzarsi è un'impresa ma mai quanto provare a iniziare a fare qualcosa. E non trovo una giustificazione. Ho la salute, l'intelligenza, una famiglia che mi mantiene...e l'accidia ti relega nella solitudine dove ti vergogni ad avere a che fare con altre persone ma ti vergogni guardantoti perfino allo specchio. Pensa un pò, ho anche la fede ma alle volte è più un fardello che un sollievo. Mi sento uno schifo mi faccio schifo ma ho anche nostalgia di quello che potrei essere stato o più semplicemente di quello che potrei essere adesso. E mi aggrappo forse a un mio lato stupidino, infantile, sciocco che mi porta a chattare o perdere tempo in maniera immatura su internet...una nuova formadi dipendenza pestilenziale. Questo vizio poi è il lasciapassare per tutti gli abbruttimenti e le degradazioni dell'umano, magari non eclatanti ma a maggior ragione annichilenti perchè momentaneamente tollerabili, fino a che sei corrotto nel profondo. Il brutto è poi escogitare delle soluzioni anche intelligenti per far fronte a questo male ma trovarsi in difetto di un minimo di volontà per passare all'azione. E'l'inferno più buio e opprimente perchè viene da dentro, il male che cresce e ti trova fedele collaborazionista nel dominio che ti porta alla rovina. E'la complicità più tremenda con il male che si crede innocente.Quanta vita, quanta giovinezza, quanto bene corrotto e sprecato

corbenic10@hotmail.it

Anonimo ha detto...

Non è facile dire qualcosa a riguardo... 'uno' potrebbe mettersi qui a raccontare la sua storia... oppure... limitarsi ad esternare quanto siano dannatamente condivisibili le tue parole... forse questi "silenzi" parlano più di tutto il resto... ma, per quanto mi riguarda, una cosa è certa... sono giunta alla tua stessa "conclusione"... che poi, più che una conclusione, mi pare già un gran bel nuovo inizio! ;-)

L. L. ha detto...

Una sola domanda: come se ne esce?

Daniele Butera ha detto...

Vivendo L.L. ... in nessun altro modo!
Non intendo sopravvivendo...ma vivendo!
Ama ciò che vedi, anche se insignificante e consueto, cerca dentro di te le passioni più profonde e soddisfale, ascoltati...e vai avanti, a testa alta, verso i tuoi sogni.
Senza fermarti mai!
...e se non ce la fai ed hai bisogno di aiuto, chiedilo.
Senza vergognartene mai...
Buona vita amico mio...ed a presto!

Anonimo ha detto...

spiegazioni? radici dell'accidia?

una: assenza di volontà.

cosa si vuole fare? cosa realizzare

"mi piacerebbe", "pensa che bello se"..e così via, per poi scoprire la vanità della volontà di chi con l'accidia ha passato adolescenza, gioventu, e ci si diletta anche adesso che dovrebbe farsi uomo.

nulla in realtà ha un valore tanto grande da smuovere la volontà. la volontà che plasma qualsiasi uomo, noi siamo argilla impermeabile, ed al massimo siamo levigati dall'acqua che scorre.

ho provato a prendere impegni, e ho trovato questa come unica strada. Provare a sbattere forte forte la testa. ma forte. contro gli insuccessi che questa accidia, "non scelta", mi porta. Mi adatto agli eventi e spesso, per capacità personali riesco nell'impresa, ma quate frustrazioni, quante?

per essere sintetici?
assenza di obiettivi = paura
paura = assenza di obiettivi

accidia e mancanza di volontà sono la stessa cosa.

non demordo. mondo ladro se non demordo.

tizio_82 -at- yahoo.it

Anonimo ha detto...

Ma che bello è leggere questi pensieri!!!!A volte si vive semplicemente in un'altra dimensione...non si riesce a vivere solo perchè così è stato deciso in base a ruoli costituzionali ed in base a ciò che sarebbe giusto fare oppure soltanto attenendoci a quello che gli "altri"si aspettano da noi....a volte abbiamo bisogno di crederci,abbiamo bisogno che il nostro cuore ci accompagni e dia un senso a ciò che facciamo. Credo che la nostra necessità sia quella di riconoscerci nella nostra vita, nelle nostre azioni, nei nostri pensieri con la stessa orgogliosa emozione che ha un artista quando firma in modo univoco e riconoscibile la sua opera compiuta. Siamo forse figli di chi ha volontariamente o involontariamente soffocato, umiliato,screditato la nostra personalità sino quasi a renderci sconfitti, rassegnati,omologati...ci siamo piegati, ci abbiamo provato, abbiamo conosciuto il fondo, il brutto, la negazione, il nulla ma adesso in noi rinasce violenta, irresistibile, ossessiva la passione di vivere ricominciando da noi in compagnia solo degli unici veri amici che abbiamo in passato stupidamente tradito abbagliati da una malattia che ti prende lentamente: Sapere aude! diceva Kant e prima di lui Orazio. Ascoltiamo i mormorii della nostra anima, i consigli della nostra testa e i sussulti del nostro cuore consci del fatto che nulla al di fuori di noi può distruggerci se noi per primi non gli diamo il permesso di entrare.

Daniele Butera ha detto...

Non avrei mai creduto che, a distanza di tanto tempo da quando ho scritto questo post, potesse ancora essere spunto di riflessione per tanta gente e stimolo a condividere pensieri e stati d'animo.
Oggi, in giorni importanti, di riscossa e di rinascita, le mie parole forse tornano più attuali e l'accidia, ancor di più, dev'essere messa all'angolo, in favore della forza del sè di ciascuno di noi, che unito all'altro in un fraterno desiderio di risorgimento, può dare vita ad una nuova era, dove ognuno esprimerà serenamente e liberamente sè stesso...senza mai perdere l'impeto, la passione ed il desiderio di fare e di dare!
Il nuovo medioevo forse è giunto al suo termine.
Forza ragazzi, cambiamo il mondo!! A partire da noi stessi...

Anonimo ha detto...

il tuo problema è il segno zodiacale,
è dura.... è dura....
ciao da una scorpiona

Anonimo ha detto...

Pazzesco...ci sono dentro da qualche mese e non ne posso più...ma non riesco a uscirne...oggi ennesimo pomeriggio davanti a facebook and co. il tentativo futile di cercare su internet "accidia" e fra i primi link trovo questo che mi descrive perfettamente. L'inizio della soluzione quindi è facile: spegni il computer!!! Mettiti lì e apri i libri perché ti devi dare un obiettivo!!! Cazzo quant'è difficile tenere a botta...ma cazzo ne devo uscire!
Giacomo

Anonimo ha detto...

tenete duro ragazzi. soltanto il fatto di riconoscere il problema in noi è già un passo avanti verso la soluzione. ci sono anche io dentro questo circolo vizio e sto lottando.
non sarà mai finita affinchè sarò io il vincitore, non l'accidi!
mi permetto di suggerirvi un libro a chi è interessato conoscere se stesso in profondità: CONVERSAZIONE CON DIO di NEALE D. WALSCH.
buona fortuna atutti

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Questo libro non parla di strada.
La strada solamente appare sullo sfondo. È ambientato in strada, ma non di più.
Questo libro non parla nemmeno di gente di strada. Parla di gente e basta. É stato scritto in strada, questo si...
Questo libro parla di Ricominciare. Ricominciare daccapo, cercando di capire.
O ancora meglio: non facendo nulla senza prima aver fatto lo sforzo effettivo per capire. Prima capire, poi fare. Beati coloro che nella vita non han fatto ancora niente. Le loro pene, quando una buona volta capiranno la propria strada, saranno minime.


Maksim Cristan