21 maggio 2009

Le parole che non ti ho mai detto

Una lettera scritta quindici anni fa e mai consegnata, ieri è arrivata al suo destinatario.


E' arrivata a me.

Chi l'ha scritta mi ha tenuto per mano ed mi ha accompagnato in questo mondo sin dal mio primo istante, insegnandomi ad essere forte, per bene, onesto.

Insegnandomi prima di tutto ad essere me stesso.

Non ho letto quelle parole scritte di pugno, prima di iniziare una giornata di lavoro, per tanti anni ma non è mai mancato giorno in cui il "senso" di quelle parole mi arrivasse nei gesti, negli sguardi, nelle telefonate, nei silenzi, nei sorrisi di quello che per mia fortuna è stato un padre straordinario.

Oggi più che mai mi rendo conto di quanto sia stato importante quel nostro dialogo e di quanto sia importante sapersi e volersi ascoltare, aprirsi, "darsi". Dando quell'amore puro che solo ad un figlio si può dare, un amore che si deve dimostrare dando ciò che è più difficile dare: noi stessi, incondizionatamente, sempre.

Nel farlo commetteremo tutti tanti o pochi sbagli, questo è certo. Ma è inevitabile, è umano. E' la vita.

Insieme però si sbaglia molto meglio.

Spero che un giorno, presto, potrò essere io con i miei figli così come mio padre è stato con me, come prima fu mio nonno con lui.

Un buon Padre.

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Questo libro non parla di strada.
La strada solamente appare sullo sfondo. È ambientato in strada, ma non di più.
Questo libro non parla nemmeno di gente di strada. Parla di gente e basta. É stato scritto in strada, questo si...
Questo libro parla di Ricominciare. Ricominciare daccapo, cercando di capire.
O ancora meglio: non facendo nulla senza prima aver fatto lo sforzo effettivo per capire. Prima capire, poi fare. Beati coloro che nella vita non han fatto ancora niente. Le loro pene, quando una buona volta capiranno la propria strada, saranno minime.


Maksim Cristan